Onorevole Marco Osnato, presidente per Fratelli d’Italia della commissione Finanze della Digital camera, la premier Giorgia Meloni dichiara che la legge di bilancio è chiusa, ma su pensioni e casa incalzano Lega e Forza Italia. Che succede?
“Forza Italia è un partito alla ricerca di una propria identità e legittima collocazione dopo la scomparsa di Berlusconi. Sta perciò cercando di presentarsi come riferimento di alcuni mondi e di evidenziare opportunità che riguardano queste categorie. Mi sembra legittimo. Così come lo è che altre forze si rivolgano advert altri ambiti”.
Significa che FdI non arretra, advert esempio, sulla cedolare secca?
“Se il più grosso problema della legge di Bilancio è la cedolare secca, vuol dire che abbiamo centrato la manovra. Non mi sembra un ambito così risolutivo per l’economia italiana. Poi si può discutere di tutto. Credo che cedolare nasca per offrire uno inventory più ampio di possibilità rispetto al canonico 4+4 e per far emergere il nero. Chi affitta legittimamente con contratti brevi continui pure a farlo, ma non è un dramma se paga qualcosina di tasse in più rispetto a chi fornisce un’offerta ai bisogni più stabili delle famiglie”.
Con i paletti su quota 103 non si disattendono le aspettative di chi andrà in pensione?
“Ne parlerò quando avremo una scelta definitiva da parte del governo. Sui pensionati la rivalutazione al 100% per quanti rientrano fino a 4 volte la pensione minima, riguarda una platea molto ampia. E anche la rivalutazione fino all’85% per pensioni più alte vuol dire un gran lavoro. Ma, ripeto, non abbiamo ancora nulla di definitivo”.
Fino a lunedì sera, insomma, potrebbero ancora esserci sorprese?
“Finora ho letto tante cose e visto plurime bozze. Quel che è stato presentato con certezza è lo schema di bilancio. Poi ci sono gli atti conseguenti. Se stiamo a quel che si è letto, mi sembra che siamo ben lungi rispetto alle accuse di peggiorare la Fornero”.
Ma si potrebbe anche dire che praticamente rimane la riforma Fornero…
“Sicuramente non abbiamo lanciato una riforma globale delle pensioni. Capisco che ci sia una grande aspettativa nei riguardi di questo esecutivo. Ma vogliamo anche augurarci che il nostro programma di governo si possa configurare in 5 anni e non in 12 mesi. Molte cose abbiamo fatte e molte sono da fare”.
Dal vertice di lunedì si aspetta un testo che appiani ogni controversia e esente da ulteriori modifiche in aula?
“Tutti potranno esprimere dubbi e certezze rispetto a quanto detto finora. Poi credo sia serio che chi siede nel Consiglio dei Ministri e approva qualcosa non cerchi di cambiarla. Datoci il giusto tempo per discutere, come auspicato dalla premier Meloni, la maggioranza dovrà e votare e approvare la manovra”.
Senza emendamenti, o perlomeno concordandoli, insomma?
“Assolutamente. Abbiamo tutta la possibilità fino a lunedì di discutere ancora. Poi, per bene maggioranza e anche del Paese, occorre varare una manovra che permetta di presentarsi in modo serio anche sul piano internazionale, considerato il giudizio positivo già espresso da due agenzie di ranking”.